HO BISOGNO DI TE

di Morgana


Prologo

E' notte fonda, da un locale proviene forte l'eco di musica dance, all'interno è affollato, ragazze e ragazzi di ogni età ballano, ridono, scherzano.
Joe e Albert in un tavolino sorseggiano del whisky guardando vagamente in giro.
Una soffiata li ha avvertiti di strani movimenti nei night, casi sospetti di ragazzi che dopo una notte in discoteca sono spariti nel nulla.
Il Dottor Gilmore è convinto che ci sia lo zampino dei fantasmi neri dietro queste sparizioni, ha paura che stiano rapendo i ragazzi per trasformarli in cyborg, 
forse preparano a una grande guerra?
"Questa musica mi da alla testa, non sopporto tutto questo rumore".
"Albert, cerchiamo di rimanere tranquilli, tra poco, se tutto va bene, torneremo a casa." disse Joe sorseggiando dal bicchiere il liquore.

"Ehi! Carini! Perchè non venite a ballare con noi?" si avvicinarono due belle ragazze, abbastanza brille e sorridenti.
"No, grazie, stiamo aspettando due amiche!" rispose Joe.
Quando si allontanarono Albert si girò verso Joe "Ma perchè? Almeno potevamo divertirci un po', sono ore che sto seduto a questo tavolo"
"Se vuoi raggiungile, io rimango qui"
"Ahh... lascia stare, non sai proprio divertirti"
"Siamo qui in missione".
"Ma hai visto quant'erano carine?"
"Non lo erano poi molto, forse è il caso che tu smetta col whisky" sorrise.

Era ormai quasi mattina quando Joe e Albert uscirono dal locale, esausti per la musica alta e monotona nonchè per il fumo.
Joe però in lontananza notò due figure trascinare un ragazzo in una macchina, corse per raggiungerli, ma ormai erano lontani, 
lui decisamente stanco per inseguirli e probabilmente avrebbe dato troppo nell'occhio. Albert lo raggiunse con la macchina, vi salì e tornarono alla base.
Prima di entrare nella sua stanza, Joe, senza farsi notare, aprì la porta della camera di Françoise, un piccolo sguardo, 
dolce come un "buona notte amore", mentre lei dormiva nel suo letto. Poi crollò nel sonno anche lui.
 
CAPITOLO 1
 
La mattina seguente Gilmore convocò tutti a rapporto. Joe disse cosa aveva visto e lo stesso fece Albert.
"Dottore non ce l'ho fatta a inseguirli, io credo che attendano i ragazzi esausti e ubriachi fuori dalla disco e poi li rapiscano senza che nemmeno se ne accorgano, 
forse è il caso di escogitare un piano per incastrarli".
"hum... si credo proprio che dovremmo..." disse Gilmore
"Dottore, potremmo tornare lì un po' tutte le sere, ma qualcuno di noi dovrà fingersi ubriaco e farsi rapire, forse l'ideale sarebbe 007,
potrebbe cambiare identità." aggiunse Albert.
"Si, credo che sia una buona idea!"
"Bene, allora vado a preparare un bel travestimento" sorrise Bretagna.
"Vengo con te, 007, in quella disco ci sono un sacco di belle ragazze" disse Albert
"Beh allora vengo anche io" aggiunse Jet "Joe non venire te stasera sennò come al solito te le prendi tutte!"
Joe arrossì e guardò Françoise che cercò di non guardarlo.
"Dottore, è il caso che vada anche io? Potrei vedere e sentire qualcosa, non crede?" disse lei.
Joe avrebbe voluto dire di no, ma Gilmore acconsentì e non potè far nulla.
Francoise uscì dalla stanza e la seguì.

"Ehi! Françoise... Françoise, fermati!"
Françoise si fermò un attimo prima di entrare nella sua camera.
"Cos'hai? Sei strana in questi giorni!"
"Io sono strana? Beh forse ci si stranisce a stare tutto la notte ad aspettarti, a pregare che non ti capiti nulla e a pensare a quale bella ragazza
potrebbe ballare con te in quel momento!" la voce di Françoise era piena di rabbia.
"Sono in missione, non c'è nessuna bella ragazza......"
"Ti dispiace che non ci sia?"
"Ma non ho mai detto questo!"
"Beh da stasera vengo anche io, sono stanca di stare qui a far nulla!"
"Io sono più tranquillo a saperti qui al sicuro!"
"Appunto... vengo anche io!" disse entrando in camera e richiudendo la porta in faccia a Joe che rimase fermo qualche secondo.
Poi la voce di Jet lo svegliò come da un incantesimo "E' solo gelosa, le passerà, lasciala venire, non è una missione pericolosa".
Joe sbuffò e entrò nella sua stanza.
 
CAPITOLO 2
 
In tarda serata i cyborg si riunirono nuovamente da Gilmore per definire il programma prima di partire verso la discoteca. 
Al rapporto mancava ancora solo Françoise. Joe visibilmente nervoso attendeva vicino alla porta. Quando ella entrò ci fu un gran scintillio di occhi.
Era una meraviglia. Indossava un vestitino acqua marina che riprendeva il colore dei suoi occhi e stivali e cinta scamosciati che si sposavano
col colore dei suoi capelli. 
"Oh, mio dio! Vedo un angelo stasera" disse Albert.
"Sei una delizia, mon chery!" ammiccò Chang.
"Beh! Nessuna ragazza può competere con la tua bellezza, baby!" le disse Jet facendola arrossire.
"Potrò avere l'onore di ballare con lei almeno una volta? Sempre che qualcuno non s'ingelosisca!" stavolta fu Bretagna a parlare.
Perfino Ivan non smetteva di guardarla.
Punma e Geronimo ridevano tra loro guardando il viso di Joe che da parte sua, non disse nulla, dentro se pensava davvero che fosse stupenda,
ma quello che sentiva bruciare era un sentimento strano, l'avrebbe solo voluta coprire con un cappotto lungo e nero. 
"Ah, la gelosia!" gli sussurrò Jet nell'orecchio.
"Gelosia? Geloso io? Ma che dici?" rispose Joe mentre si avvicinava a Françoise, ma lei si fece accompagnare subito da Albert alla macchina, 
si voltò verso Joe e disse: "E' meglio se ci dividiamo, non credo sia il caso di arrivare lì nello stesso momento".
Joe annuì e salì in macchina con Jet.
Bretagna era già partito.
Chang e Punma in un altra macchina con Geronimo sarebbero partiti più tardi.
Arrivarono scaglionati alla discoteca. Albert e Françoise prima di tutti. Al suo ingresso Françoise sentì tanti occhi guardarla, ne fu sorpresa e compiaciuta.
Si sentiva davvero bella.
Quando Joe e Jet entrarono, lei era già in pista a ballare con Albert. Joe si sedette al tavolo vicino al loro e non smise di guardarla un attimo. 
Una parte di lui avrebbe voluto prenderle il braccio e trascinarla al tavolo, ma l'altra gli diceva che avrebbe volentieri ballato con lei quella sera, era stupenda.
Poi all'improvviso si accorse che al bancone due uomini stavano parlando col barman, scese in pista e sussurrò a Francoise: "Ho bisogno di te, seguimi al bar".
Françoise lo seguì.
Si sedettero e Joe ordinò due Cognac. Il barista servì e tornò dai due tizi oscuri dall'altra parte del tavolo. Francoise era già intenta ad ascoltarli. 
"Non ti sembra di aver ballato anche troppo con quel tipo? Cos'è stasera vuoi farmi morire?". 
Françoise intuì subito che Joe stava recitando la sua parte e rispose a tono:
"Potevi venire anche tu a ballare, no? Mi lasci sempre sola e poi fai le scenate se qualcuno si avvicina!"
"Sei una bambina, vuoi avere tutti ai tuoi piedi vero?"
"Smettila, ci stanno guardando tutti!"
"Non preoccuparti, ti hanno già vista abbastanza!"
Françoise si alzò di scatto dalla sedia "Ho già visto e sentito troppo, va al diavolo!"
Il messaggio era chiaro, Joe la seguì e finse di trascinarla al tavolino.
"Allora? cosa hai visto?"
"Quei due sono cyborg"
"Cyborg?"
"Si, hanno dato al barista una bustina piena di un composto, il barista poi ne ha versato un po' in alcune bottiglie e con una di esse ha servito da bere".
"Allora è così che agiscono, mettono della droga nei liquori per stordire i ragazzi e poi li rapiscono senza troppa fatica."
"Credo di aver intuito anche chi sarà la prossima vittima, quel ragazzo moro alto là infondo, è mezzo brillo già ora e ha bevuto due volte la sostanza drogata,
bisogna avvertire Bretagna, si deve far notare di più e cominciare a bere."
"Vado ad avvertirlo".
Joe scese in pista e cominciò a ballare cercando di avvicinarsi a Bretagna, una ragazza gli mise le braccia intorno al collo.
"Ciao tesoro" Joe arrossì "perché non balli un po' con me?".
Lui vedendo che Bretagna si stava avvicinando rimase accanto alla ragazza. 
Appena Bretagna fu vicino gli sussurrò all'orecchio cosa fare e poco dopo si staccò dalla ragazza e torno al tavolino dove Françoise era intenta a conversare con un ragazzo. Quando Joe fece per avvicinarsi, questo si alzò e andò via.
"Chi era?"
"non lo so!"
"Che vuol dire non lo so?"
"Con chi hai ballato, tu?"
"Non lo so, ma che c'entra?"
"Appunto non c'entra nulla, andiamo stanno per rapire il ragazzo!"
tagliò Françoise.

Usciti dalla disco Joe parcheggiò la macchina in modo da essere poco visibile, quando i due cyborg uscirono con il ragazzo in braccio,
si girarono verso loro incuriositi, allora Françoise si butto al collo di Joe e lo baciò continuando a guardare la scena.
I cyborg nemici constatato che si trattava di una coppia di fidanzati ripresero il loro compito, caricarono il ragazzo nel furgone e andarono via.
Françoise si scostò da Joe, "Li seguiamo?" disse.
"No, rischieremmo di mandare a monte il piano. Li seguiremo domani, quando avranno rapito Bretagna".
Joe prese la strada in direzione della base.
Furono i primi a rientrare. Gilmore li attendeva sveglio e gli raccontarono tutto quello che avevano scoperto, poi risalirono verso le loro stanze.
"Buonanotte" disse Françoise mentre apriva la sua porta.
"Eri bellissima stasera!" sussurrò Joe.
"Cosa?" si girò lei.
"Non dirmi che non hai sentito!" ironizzò lui.
Sorrisero, poi Joe si avvicinò al suo viso.
"quel bacio era così freddo... un po' troppo professionale" risero entrambi e scivolarono nella stanza di lei sentendo arrivare gli altri, passarono così insieme una lunga nottata.

Nello stesso momento, in un tetro anfratto nei sobborghi della città. Due cyborg stanno ultimando la ricostruzione facciale del viso di un ragazzo di 26 anni,
alto, moro e dalla corporatura massiccia, tutto intorno altri ragazzi, modificati in cyborg dormono in capsule, devono ancora essere ultimati con un congegno nuovo,
segreto anche per gli stessi cyborg che operano i ragazzi. 
"Come procede l'operazione"
"Tutto sotto controllo, Dottor Klajs".
"Perfetto! Quanti ne abbiamo ora?" 
"34 Dottore!"
"Bene, stasera prenderete l'ultimo, poi ci sposteremo in un'altra città prima che qualcuno ci trovi, la polizia indaga in tutt'altra direzione,
ma potremmo destare la curiosità dei 9".
"Sissignore!" dissero i due cyborg insieme, il dottore uscì. 
 
CAPITOLO 3
 
Il sole era ormai alto, Françoise si svegliò tra le braccia di Joe che già sveglio da un po' la guardava dormire.
"Buongiorno" Joe sorrise nel dirlo.
Françoise rispose con un tenero bacio sulla guancia.
"Sarà meglio che torni nella mia stanza prima che si sveglino gli altri"
"Si, hai ragione."
"Ci vediamo dopo."
Ennesimo bacio e Joe uscì dalla stanza facendo attenzione a non farsi notare.
Jet stava uscendo in quel momento dalla sua, non si fece vedere, ma sorrise compiaciuto.

Alle 10 in punto si ritrovarono nella sala riunioni per discutere l'ennesimo piano, convenirono che in serata Bretagna avrebbe passato molto tempo al bar della disco,
facendosi notare dal barista. Joe e Françoise avrebbero aspettato fuori con Jet. Albert, Chang e Punma avrebbero controllato nella disco. 
Geronimo e Ivan invece avrebbero sostato con un furgone lì vicino, permettendo gli scambi di informazioni tra il gruppo.
Quando fu sera quindi, Bretagna uscì per dirigersi alla disco, arrivò presto, si mise a scherzare subito col barista:
"Ma lo sa che è proprio un bel posticino questo?"
"Grazie, sono felice che le piaccia"
"Versami un po' da bere amico, ho proprio bisogno di tirarmi su"
"Che ti è successo?"
"Mah.. mi sento un po' solo, sto cercando l'anima gemella, ma ahimè, lei l'ha saputo ed è scappata via."
"Ah ah ah... proprio un bel guaio!"
"Eh si, pazienza!"
"Beh magari l'anima gemella è accanto a te e non te ne accorgi!"
"Lo era" sospirò "Ma poi s'è innamorata di un altro tizio e ho lasciato perdere, d'altra parte io non ho lavoro, non ho soldi, non ho nemmeno una casa..."
"Sei un relitto amico!"
"Eh eh eh... davvero... pensa che anche i miei genitori mi hanno abbandonato da piccolo!"
"Accidenti, sei proprio solo. Beh datti da fare stasera vedrai che trovi una bella pupa!"
"Vedremo"
Il barista prese la bottiglia corrotta e ne versò un bicchiere per Bretagna. 
"Tieni amico, stasera per te offre la casa"
"Ehi, gentile, grazie!" Bretagna bevve d'un fiato, sentiva nettamente il gusto strano della bibita, sapeva che si trattava della droga, 
su lui comunque non poteva avere effetto, ma finse lo stesso.
"Ehi, roba forte, mi sento già girare".
"Così stanotte non penserai ai tuoi mali".
Il locale cominciò a riempirsi, Bretagna fece cenno ad Albert che tutto procedeva nel migliore dei modi e chang lo riferì a Geronimo con una trasmittente,
che a sua volta avvertì Joe.

"Sei preoccupato?" disse Françoise.
"Chissà cosa ci troveremo davanti stasera, chissà quei poveri ragazzi se sono stati già trasformati in cyborg..." rispose Joe.
"Lo so cosa pensi, che sono come noi, ma dobbiamo compiere il nostro dovere."
Joe si ammutolì e guardò fuori dal finestrino.
"Joe... è la prima vera missione che facciamo da quando.... da quando abbiamo cominciato la nostra storia seriamente".
"Stavo pensando a questo!" rispose.
"lo so, ma non devi aver paura, Joe, qualunque cosa accada, nel bene o nel male, dobbiamo pensare solo a distruggere i Fantasmi Neri, è questo il nostro compito.
In battaglia tu sei 009 e io 003, non dobbiamo fermarci di fronte al pericolo o saremo una minaccia per noi stessi e per i nostri amici. 
Non possiamo pensare solo a noi due!"
Joe sapeva che Françoise aveva ragione, ma quelle parole lo ferirono ugualmente, eppure erano le stesse parole che tanto gli avevano impedito di riverarle
i suoi sentimenti in passato.

"003...003... mi senti?" la voce di Ivan arrivò a Françoise nitidamente.
"Ti sento 001" rispose.
"I due cyborg stanno portando fuori Bretagna, gli altri sono già pronti a partire, voi seguiteli"
"Ricevuto 001".
Joe fece partire l'auto appena vide che il furgone si stava allontanando e Françoise con un monitor controllava la posizione di Bretagna grazie a una trasmittente
posizionata nel suo taschino. Jet controllava il tutto dall'alto.

Arrivarono in un vecchio edificio abbandonato, i due robot fecero scendere Bretagna e lo trascinarono all'interno mentre Francoise osservava tutta la scena. 
Indicò agli altri la porta dove erano entrati e loro si diressero all'interno. Lei rimase fuori ad attendere il furgone di Geronimo che sarebbe arrivato lì a poco.
Ma improvvisamente sentì una mano bloccarle la bocca e un braccio circondarla.
"Bene, bene... siete arrivati, ah ah ah, ho per voi una magnifica sorpresa!" disse il dottor Klajs trascinando Françoise dentro l'edificio.

"Presto, venite, sono qui!" disse Chang agli altri compagni.
"Bene, al mio via entriamo...via!" aggiunse Joe.
Jet sfondò la porta e furono immediatamente dentro, Bretagna tornato alle sue fattezze bloccò i due cyborg.
Lo spettacolo era raccapricciante, una trentina di capsule termiche accoglievano altrettanti ragazzi già trasformati in cyborg.
"Ma perché? Chi vi ha ordinato di farlo?" urlò Joe, ma i due non risposero. In un attimo si aprirono le capsule e si ritrovarono circondati dai nemici.
"Ah ah ah, che bella sorpresa! I famigerati cyborg del Dottor Gilmore nel mio laboratorio, adesso assaggerete le mie armi, presto, uccideteli!" ordinò il Dottor Klajs.
Al suo ordine cominciò la battaglia. Fu terribile ucciderli, erano ragazzi come loro, sottratti alle loro vite inconsapevolmente, ma non erano più uomini,
non potevano più salvarsi.
La battaglia fu estenuante e terribile, ma riuscirono a sconfiggerli tutti.
"Maledetti.... ma per voi è comunque finita. Vi ho preparato un regalo speciale!" 
Il pavimento intorno a loro si aprì a metà lasciando uscire un robot gigantesco.
"E' questa la tua sorpresa? La distruggeremo facilmente vedrai!" lo sfidò Joe.
"009, non sei attento, osserva bene il mio robot!"
Joe ebbe un sussulto e con lui tutti gli altri. A pilotare il robot era Françoise, con uno sguardo freddo e tagliente che mai le aveva visto.
"Vedi bene, 009? La vostra 003 è sotto il mio controllo, grazie ad un apparecchio di mia invenzione, è completamente sotto il mio controllo.
La fine è giunta, ora vi distruggerete a vicenda!"
Françoise cominciò a colpire gli amici che non sapevano più che fare.
Joe si sentiva perduto.
"009 dobbiamo fare qualcosa o ci ucciderà" disse Jet strattonandolo mentre cercava anche di schivare i colpi.
Joe lo guardò, si volse verso Françoise e disse ai compagni con le lacrime agli occhi "Distruggiamo il nemico e se possibile cerchiamo di salvare 003". 
Cominciarono ad attaccare il robot, ma da esso partì un raggio laser che colpì Joe in pieno petto e lo fece cadere a terra.
Joe ferito cercò di rialzarsi sostenuto da Jet, ma fu inutile perché un ennesimo colpo lo investì facendolo svenire. 
Jet allora si avventò sulla cabina di pilotaggio del robot e con l'aiuto di Geronimo, accorso all'interno, riuscì a sventrarla e sottrarre Françoise dall'abitacolo. 
Il robot cominciò ad esplodere, Geronimo strinse Françoise nelle sue grosse braccia per non farla fuggire e Jet sollevò Joe.
"Maledetti, ora morirete con me!" disse il dottor Klajs attendendoli all'uscita, ma Bretagna che si era straformato in un insetto per fuggire più in fretta
gli si rimaterializzò da dietro e con un colpo lo stese al suolo. Uscirono dall'edificio poco prima che esplodesse tutto e si diressero immediatamente alla base.
 
CAPITOLO 4
 
Fu una notte lunghissima per tutti. Gilmore dopo aver rimosso dal cervello di Françoise il congegno che l'aveva programmata per uccidere i compagni,
si chiuse nel suo laboratorio con Ivan e Geronimo a fargli da assistenti nel tentativo disperato di salvare la vita a Joe.
Francoise stava bene fisicamente, ma appena venne a conoscenza di ciò che era accaduto corse fuori dalla base e seduta in riva all'oceano 
ominciò a piangere disperata. Jet la rincorse e si sedette accanto a lei.
"Ehi" Sorellina, non posso vederti così" non era la prima volta che la chiamava in questo modo, per lui e per gli altri lei era effettivamente come una sorella.
"Non doveva succedere, come ho potuto, non me lo perdonerò mai"
"Non eri tu, non sapevi ciò che facevi"
"Non è questo il punto, non capisci? Sono troppo fragile, sono un pericolo per me stessa e per voi, mi rapiscono, mi riprogrammano, sono d'intralcio nelle missioni. 
Dovete sempre correre a salvarmi, se non fosse per me forse i Fantasmi neri sarebbero stati già sconfitti, non servo a nulla, solo a complicare tutto!" 
Dicendo questo si gettò tra le braccia di Jet piangendo ancora più animatamente.
"No, Francoise, tutti noi abbiamo dei compiti precisi e tu hai il tuo, nessuno di noi ha mai pensato che tu sia una minaccia, un peso o chissà che altro, 
la colpa è nostra che non siamo in grado di proteggerti".
La strinse forte e lei smise di piangere.
"Ce la farà vero? Dimmi che ce la farà!"
"Te lo giuro, sorellina, si riprenderà prestissimo!"
 
EPILOGO

Françoise si risvegliò dopo una notte tormentata da cattivi sogni, scese in cucina a preparare la colazione e presto scesero tutti gli altri,
in un vassoio a parte preparò la colazione per Joe. 
Erano già passati diversi giorni da quella notte terribile e Joe si era ripreso, ma non poteva ancora alzarsi, lei preparava per lui la colazione tutte le mattine, 
ma era Jet a portargliela, Françoise non riusciva ancora ad andarlo a trovare.
"Che hai preparato di buono a quel dormiglione, stamattina?" chiese Jet
"Le stesse cose che ho preparato a voi!" rispose lei.
"Non è vero, la roba sua è sempre più buona!" ironizzò Albert.
"Françoise oggi gliela porti tu vero?" incalzò Jet.
Françoise non rispose, ma tirò un sospiro e si mise a lavare i piatti.
"Beh... vorrà dire che se la montagna non va da Maometto, toccherà a Maometto scalarla!".
Françoise sbarrò gli occhi, era la voce di Joe, non aveva sentito male, si girò e se lo ritrovò davanti, con la stampella per reggersi e un bellissimo sorriso tutto per lei.
Alla svelta e goffamente gli altri uscirono dalla cucina, ma rimasero a sbirciare fuori dalla porta.
"La colazione è sempre stata ottima, ma mi mancava la cuoca!" disse Joe.
Françoise rimase muta davanti a lui. Joe allora con il braccio libero l'attirò a se.
"Non dire mai più che sei una minaccia per noi, non dire mai più che sei un peso, abbiamo bisogno di te, io ho bisogno di te" le disse prima di baciarla.
E fu un bacio che commosse anche gli altri, spioni: "Dille che l'ami...diglielo..." sussurrarono.
E Joe glielo disse, sussurandolo appena nell'orecchio per non farsi sentire da loro.
Françoise sorrise dolcemente in un "ti amo" sincero e vivo come solo loro potevano scambiarsi.

F I N E

 

© 20/06/ 2006

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